Come smaltire i toner della stampante correttamente
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Redazione Magazine LyrecoLa gestione responsabile dei rifiuti è un'operazione a cui tutte le attività professionali, a prescindere dalle loro dimensioni e dal numero di dipendenti, sono chiamate a partecipare. Non fa eccezione lo smaltimento toner, una procedura che permette di raccogliere consumabili esausti e destinarli a un ciclo virtuoso di dismissione o recupero.
Oggi, in particolare, dallo smaltimento delle cartucce per stampanti è possibile ottenere toner controllati, disassemblati e rigenerati: una tipologia di consumabili che, oltre a essere del tutto equivalenti ai prodotti originali, sono molto più economici e sostenibili rispetto all'utilizzo di nuove unità.
Un perfetto smaltimento dei toner e delle cartucce da parte delle aziende è inoltre il solo modo per riciclare correttamente elementi potenzialmente pericolosi per l'uomo e per l'ambiente ed essere in linea con gli obblighi di legge che disciplinano la gestione di questi particolari rifiuti speciali.
Smaltimento toner esausti in azienda
Nella sua accezione originale, il toner identifica la polvere pigmentata presente nei serbatoi, oggi questo termine è comunemente adoperato per indicare le cartucce utilizzate all'interno di stampanti.
Con toner esausti si intendono quindi i consumabili esauriti provenienti dai processi di stampa, ovvero quegli involucri ormai vuoti che la normativa considera come rifiuti speciali
A facilitare l'individuazione del grado di pericolosità, è la presenza del cosiddetto Codice europeo del rifiuto o C.E.R., una sequenza a sei cifre che oggi identifica ogni genere di rifiuto.
I dispositivi di stampa esausti, in particolare, sono classificati attraverso due diversi C.E.R., 08.03.18 per i materiali di stampa non pericolosi, 08.03.17 per i materiali pericolosi, utili a facilitare l'individuazione di alcuni aspetti produttivi e a favorire le procedure di riciclo.
È importante gestire correttamente lo smaltimento di toner e cartucce. Anche se ormai esauriti, contengono al loro interno le rimanenze delle polveri finissime che, se da una parte sono indispensabili per la corretta esecuzione dei processi di stampa, dall'altra sono potenzialmente nocivi per l'uomo e per l'ambiente.
Per limitare i danni derivanti dalla diffusione indiscriminata di questi prodotti, la gestione dei rifiuti di stampa generati dalle imprese oggi avviene esclusivamente attraverso una filiera tracciata, comprensiva di obblighi, procedure e responsabilità accuratamente disciplinate dalla normativa.
Da questo iter hanno origine due tipologie di trattamento:
- La rigenerazione, un processo che prevede il controllo, il disassemblamento e il ricondizionamento del toner, da cui si ottiene un prodotto OEM in possesso di tutti gli elementi originali o brevettati rilasciati dall'azienda produttrice;
- Lo smaltimento, una procedura che viene applicata ai toner giunti a fine vita non più rigenerabili, in aderenza a quanto previsto dalla normativa vigente.
Entrambi gli iter, naturalmente, nascono per essere sostenibili e in perfetta aderenza con quanto previsto dalla normativa che regola il riciclo dei toner esausti.
La legge sullo smaltimento toner esausti
Il fine vita dei consumabili provenienti dai processi di stampa aziendale, in Italia è regolato dal D.Lgs 152/2006, il Testo Unico Ambientale che nella parte quarta disciplina la gestione dei rifiuti.
La legge, in particolare, prevede un ruolo chiave per il produttore, ovvero il soggetto giuridico possessore di partita IVA che ha generato il rifiuto speciale, a cui è demandata la responsabilità dell'intera filiera.
Qualora il produttore sia un'azienda con più filiali ha l'onere di predisporre lo smaltimento dei toner e delle cartucce prodotti da tutte le sue unità locali distribuite sul territorio.
Inoltre, la normativa identifica altri due attori:
- Il trasportatore, cioè la società autorizzata al ritiro e al trasporto dei consumabili esausti;
- Il destinatario, cioè l'azienda autorizzata che si occupa del vero e proprio recupero di toner e cartucce.
Questi ultimi, affinché possano ritirare, trasportare e smaltire consumabili esausti, devono essere regolarmente iscritti all'Albo Nazionale Gestori Ambientali.
La verifica di avvenuta adesione è demandata ancora una volta all'azienda produttrice del rifiuto, ma l'elenco dei soggetti autorizzati è facilmente consultabile sul sito Albo Nazionale Gestori Ambientali del Ministero dell'Ambiente.
Inoltre, al momento del ritiro, la legge dispone che la società autorizzata rilasci il F.I.R. (Formulario Identificativo del Rifiuto) un documento che garantisce la tracciabilità della filiera del consumabile in tutte le fasi, dal prelievo presso la società che ne ha predisposto la dismissione fino alla destinazione finale.
Naturalmente, è importante porre massima attenzione a questi processi, dal momento che un errato smaltimento dei toner e delle cartucce può fare incorrere in pesanti sanzioni. In particolare, l'ART. 258 in merito alle violazioni degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari, per una eventuale non ricezione o conservazione del modulo FIR o per la mancata verifica dell'iscrizione di trasportatori e destinatari all'apposito albo.
Dove si butta il toner?
A indicare dove buttare le cartucce della stampante oggi è la normativa, che dispone di dare il via alla fase di riciclo cartucce e toner già al momento della sostituzione del consumabile.
Lo smaltimento dei toner ha infatti inizio in azienda, dove deve essere prevista la separazione e lo stoccaggio a esempio attraverso l'inserimento in apposite scatole di stoccaggio da destinare esclusivamente a questa tipologia di rifiuti.
Tali contenitori, anche noti con il termine di ecobox per toner e cartucce, sono progettati per impedire la dispersione delle polveri dei toner nell'ambiente, forniti dalle società autorizzate al recupero e al trasporto dei consumabili.
La normativa prevede che il ritiro dei toner esausti con gli ecobox avvenga esclusivamente da parte di tali realtà, in modo da garantire il servizio conforme a quanto previsto dagli obblighi di legge.
Naturalmente, anche Lyreco è un soggetto autorizzato al ritiro toner esausti per consumabili con codici C.E.R non pericolosi: il servizio di raccolta prevede in particolare l'utilizzo dell'apposito box per smaltimento cartucce e toner, a cui fa seguito il ritiro del contenitore, e la compilazione e rilascio del F.I.R., e infine il suo trasporto presso la sede di destinazione, dove avviene la vera e propria fase di riciclo di cartucce e toner, in conformità con gli obblighi previsti dalla normativa.
Smaltimento toner: il gesto che fa bene all'ambiente
Non serve sottolineare che il riciclo dei toner e delle cartucce in azienda, oltre a essere una procedura obbligatoria per legge, è un'attività che fa bene all'ambiente.
Difatti, permette di aderire ai più importanti principi dell'ecologia e dell'economia circolare, contribuendo ad azzerare l'invio e la dispersione in discarica di elementi riutilizzabili e di sostanze potenzialmente pericolose per l'uomo e gli ecosistemi.
Ma accanto al tema del riciclo dei toner c'è un altro punto di vista che merita di essere preso in considerazione, ovvero la riduzione del quantitativo di materie prime necessarie per la produzione di nuovi consumabili. Un aspetto da cui consegue una migliore preservazione delle risorse disponibili e una gestione più sostenibile dei processi di stampa.