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Direttiva SUP e ambienti di lavoro

Direttiva SUP: cosa prevede e quali sono i termini del suo recepimento

Contenuto a cura di

Redazione Magazine Lyreco
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La direttiva SUP (Single Use Plastic) è la normativa comunitaria nata con l'intento di prevenire e ridurre l’impatto di determinati prodotti di plastica sull’ambiente e promuovere l'economia circolare introducendo nuovi obblighi in termini di divieto e riduzione dell’utilizzo di alcuni prodotti fabbricati in materiali plastici. Le disposizioni si riferiscono in particolare alla plastica monouso, responsabile di un danno ambientale considerevole soprattutto nella contaminazione degli ambienti marini.

Per rendere l’ambiente di lavoro allineato alle nuove norme UE, comprese le leggi italiane, è importante sapere cosa prevede la direttiva europea sulla plastica monouso. In particolare, è essenziale sapere quali sono materiali e prodotti vietati e quali invece si potranno continuare a produrre e usare, con l’obiettivo di rendere i luoghi lavorativi plastic free e più virtuosi.

La direttiva UE sulla plastica monouso

Con la direttiva 904 del 2019 chiamata SUP (Single Use Plastic) l’Unione Europea ha introdotto la nuova legge comunitaria finalizzata a ridurre l'incidenza di determinati prodotti di plastica monouso sull'ambiente, in particolare sull’ambiente acquatico. Si tratta di un aspetto rilevante per la protezione dell’ambiente e delle risorse naturali, infatti la tutela degli ecosistemi marini è l’obiettivo 14 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile ma possiamo menzionare anche l'obiettivo 12 che promuovere una gestione sostenibile e un uso efficiente delle risorse naturali e mira a una riduzione della produzione dei rifiuti grazie ad attività di prevenzione, riduzione, riciclo e riuso dei prodotti.

Secondo l’UE i rifiuti marini sono composti da plastica per l’80-85%, dei quali circa la metà è rappresentata da plastica monouso e poco più di un quarto da attrezzi da pesca. L’entrata in vigore della direttiva SUP in Italia è avvenuta il 4 novembre 2021, indicando le nuove misure che gli Stati membri devono adottare per la lotta all’inquinamento marino attraverso lo stop alla plastica monouso.

In realtà, non tutti gli oggetti in plastica monouso sono stati vietati, infatti per alcuni prodotti sono state promosse delle apposite linee guida rivolte alla riduzione dei rifiuti plastici e all’aumento del riciclo e del riutilizzo. Inoltre, sono state approvate le disposizioni in merito ai requisiti di marcatura, per garantire la massima trasparenza e tracciabilità per i beni di consumo in plastica che possono continuare ad essere immessi sul mercato.


Le principali novità introdotte con la direttiva SUP

Come indicato, la nuova normativa sulla plastica 2019 dell’UE prevede tre tipologie di misure:

  • Riduzione di alcuni oggetti in plastica monouso.
  • Divieto di produzione e immissione sul mercato di una serie di prodotti in plastica monouso.
  • Obbligo di marcatura dei prodotti consentiti fabbricati interamente o parzialmente in plastica monouso.

L’articolo 4 della direttiva UE 904/2019 richiede la diminuzione del consumo di alcuni oggetti in plastica monouso, tra cui:

  • Tazze per le bevande (sono inclusi anche tappi e coperchi).
  • Contenitori per gli alimenti come scatole e recipienti ad uso alimentare per il consumo immediato e l’asporto.

Per quanto riguarda i bicchieri di plastica, la norma invece non è molto chiara, infatti non cita mai in modo esplicito tali oggetti. Questo aspetto ha acceso la discussione sull’introduzione del divieto alla fabbricazione e al consumo a livello nazionale, con un dibattito che interessa il recepimento della direttiva europea da parte degli Stati membri.

Al contrario, gli oggetti in plastica monouso vietati dall'articolo 5 della direttiva SUP sono:

  • Agitatori di bevande.
  • Posate e bacchette.
  • Oggetti in plastica oxo-degradabile.
  • Recipienti in polistirene espanso.
  • Bastoncini cotonati.
  • Aste dei palloncini.

Nello specifico, gli articoli in plastica oxo-degradabile sono prodotti realizzati con plastiche contenenti degli additivi, oggetti biodegradabili che dispersi nell’ambiente possono però frammentarsi e rilasciare microparticelle o residui chimici. Gli additivi sono aggiunti per agevolare la degradazione della plastica, tuttavia la norma UE prevede lo stop alla produzione degli oggetti fabbricati con materiali oxo-degradabili.

La direttiva SUP introduce anche nuovi obblighi in merito ai requisiti di marcatura, relativi ai prodotti in plastica monouso che possono continuare ad essere immessi sul mercato, tra cui:

  • Salviette umidificanti, assorbenti e tamponi per l’igiene intima personale.
  • Tazze per le bevande.
  • Prodotti da tabacco dotati di filtri in materiali plastici.

Nello specifico, le misure della direttiva europea si riferiscono a tutti gli oggetti in plastica, compresi quelli realizzati in bioplastica e in plastica vegetale. L’articolo 3 della direttiva 904/2019, infatti, estende le norme ai polimeri plastici modificati chimicamente, tra i quali rientrano anche le plastiche compostabili e biodegradabili. Sono esclusi invece i prodotti fabbricati in materiali non modificati chimicamente, quindi realizzati ad esempio in cellulosa, fibra di canna da zucchero, canapa o bambù.

Il recepimento della direttiva SUP in Italia

La data effettiva di recepimento della direttiva europea 904/2019 è stata il 8 novembre.  Il d.lgs. 8 novembre 2021, n. 196 di recepimento della direttiva (UE) 2019/904, del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente è entrato in vigore il 14 Gennaio 2022.

A partire da gennaio 2022, l’Obiettivo del Decreto in recepimento della Direttiva europea sarà quello di promuovere l’acquisto e l’utilizzo di prodotti alternativi a quelli in plastica monouso di determinate tipologie (principalmente destinati a contenere o imballare alimenti), riutilizzabili o realizzati in materiale biodegradabile e/o compostabile, certificati secondo la normativa UNI EN 13432 o UNI EN 14995, monitorando nel corso degli anni successivi all’entrata in vigore del decreto i risultati. Per ciò che non è biodegradabile si prevedono circuiti per la restituzione, la sanificazione e il reimpiego dei prodotti.

A partire invece da luglio 2024, come disposto dalla direttiva UE 904 del 2019, anche in Italia, le bottiglie in plastica e tutti i contenitori di bevande in PET di capacità inferiore ai 3 litri dovranno essere dotati di tethered caps, tappi che non si staccano più, nati con lo scopo di limitare la dispersione di oggetti in plastica nell’ambiente.

I prodotti consentiti e vietati per l’ambiente di lavoro

Per allinearsi alle norme della direttiva SUP è necessario sapere come gestire la plastica monouso negli uffici, evitando l’acquisto e l’utilizzo degli oggetti vietati preferendo invece le alternative consentite dalle disposizioni comunitarie e nazionali. Inoltre, è indispensabile rispettare i nuovi requisiti di marcatura, scegliendo prodotti per l’ufficio in linea con le ultime misure europee sull’etichettatura degli articoli in plastica.

Ovviamente, l’obiettivo è un ufficio plastic free, ma il processo di transizione verso un modello che rispecchi i principi dell’economia circolare e sia a basso impatto ambientale è solitamente graduale.

Ecco delle indicazioni utili su alcuni prodotti per l’ambiente lavorativo:

•          Tazze e bicchieri in PLA e R-PET: il materiale PLA è una plastica biodegradabile, ovvero una bioplastica ottenuta da materie prime rinnovabili come il mais o la canna da zucchero. L’R-PET, invece, è un materiale derivato dal riciclo della plastica PET delle bottiglie. Per tazze e bicchieri fabbricati interamente in PLA o in R-PET è necessaria l’indicazione Fatto in plastica.

•          Tazze e bicchieri in cartoncino/bagasse e PLA o PE: la bagassa è un residuo proveniente dalla lavorazione della canna da zucchero, quindi un materiale di origine naturale e vegetale, mentre per il cartoncino non esistono restrizioni e obblighi di marcatura secondo i criteri della direttiva SUP sulla plastica monouso. Bicchieri e tazze in cartoncino o bagassa e PLA o PE, ovvero fabbricati con materiali naturali e plastici, sono consentiti ma devono riportare la marcatura Plastica nel prodotto.

•          Palette da caffè e posate in legno: le posate in plastica monouso sono vietate dalla nuova direttiva comunitaria, tuttavia è possibile optare per delle alternative ecologiche come le palette da caffè e le palette in legno, realizzate in materiale legnoso grezzo non stampato per evitare qualsiasi tipo di contaminazione degli ecosistemi terrestri e marini, assicurando al contempo la massima igiene e sicurezza alimentare.

•          Cannucce in carta: al pari delle posate anche per le cannucce in plastica, è arrivato lo stop alla produzione e commercializzazione, quindi è necessario passare ad alternative plastic free come le cannucce in carta certificate FSC, un attestato di garanzia per assicurare la provenienza delle materie prime da foreste gestite in modo responsabile.

•          Piatti in fibra biodegradabile: dal 3 luglio 2021 è vietata l’immissione sul mercato di piatti in plastica monouso, mentre è consentita la vendita di piatti in fibra realizzati con gli scarti della lavorazione della canna da zucchero. Se la fibra naturale è integrata con bioplastiche deve essere presente l’indicazione Plastica nel prodotto, altrimenti l’articolo è esente dall’obbligo di marcatura.

Dunque, le soluzioni ideali per creare ambienti di lavoro più responsabili e forniti di servizi di catering plastic free sono numerose, l’importante è optare sempre per acquisti consapevoli che siano in grado di rispettare l’ambiente e le normative in vigore.

Direttiva europea plastica monouso: i requisiti di marcatura

Un aspetto importante introdotto dalla Direttiva UE SUP sono i nuovi requisiti di marcatura dei prodotti in plastica monouso ammessi alla produzione, commercializzazione e consumo, tra cui salviette umidificanti, tazze e bicchieri per bevande. L’etichetta di questi prodotti deve indicare ai consumatori la presenza di plastica, per consentire agli acquirenti una corretta informazione e la possibilità di compiere scelte consapevoli.

Il Regolamento di esecuzione (UE) 2020/2151 reca disposizioni relative a queste specifiche di marcatura per tali articoli e si applica dal 3 luglio 2021. Questi prodotti in plastica, compresi quelli in bioplastica, devono essere obbligatoriamente contrassegnati con questa nuova marcatura nel rispetto dei seguenti requisiti:

  • presenza di plastica nei prodotti;
  • metodi di smaltimento dei rifiuti da evitare per i prodotti in questione;
  • impatto ambientale derivante dalla dispersione dei rifiuti o da altri metodi inappropriati di smaltimento dei rifiuti dei prodotti.

La direttiva comunitaria sulla plastica monouso specifica anche tutte le caratteristiche della marcatura, in particolare le dimensioni, la veste grafica e il posizionamento delle nuove indicazioni obbligatorie. Lo scopo è armonizzare l’etichettatura degli oggetti in materiali plastici tra i paesi dell’Unione Europea, per una maggiore facilità nella comprensione di tali informazioni in tutto il territorio comunitario.