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Chi ha inventato la carta

Chi ha inventato la carta sapeva di scrivere la storia?

Contenuto a cura di

Redazione Magazine Lyreco
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Un insieme di professionisti che condividono la loro esperienza.

Potresti immaginare una vita senza carta? Forse, risponderebbe in senso affermativo solo un rappresentante della GenZ ma, anche lui, se ci riflettesse un po' di più direbbe: “Assolutamente no!”.
Eppure, questo supporto tuttora indispensabile e insostituibile, non c’è sempre stato. L’invenzione della carta risale al II secolo a.C., un’invenzione che ha messo in discussione l’uso della pergamena, perché più cara e difficile da reperire nelle quantità richieste dal mercato, e che man mano è stata completamente rimpiazzata dalla carta.

Storia della carta: da Tsai Lun alla Generazione Z

Tradizionalmente, la nascita della carta porta il nome di Tsai Lun, un ufficiale di corte a cui è attribuita la sua invenzione intorno al 105 a.C. In particolare, la prima carta da corteccia derivava dall'albero del gelso, questa veniva trattata e filtrata in una matrice di bastoncini di bambù. Per i successivi 500 anni circa, la fabbricazione della carta non oltrepassò i confini della Cina, solo nel 610 arrivò in Giappone grazie al monaco buddista Dam Jing e, nel Medio Oriente intorno al 750 per mano del governatore generale del Califfato di Bagdad e di due cartai cinesi che aveva rapito a Samarcanda.
Non si possono quindi dare dati precisi su quando è stata inventata la carta perché la veridicità di queste leggende non possono essere confermate con prove dettagliate ma è certo che nell’VIII secolo la carta era utilizzata sul territorio dell’Asia centrale.

Storia della carta: l’arrivo in Europa

La diffusione della carta tra i popoli arabi segnò di conseguenza la sua diffusione sul territorio europeo. La Penisola iberica era ampiamente dominata da queste popolazioni e quindi risentì la loro influenza in diversi ambiti. Il primo ritrovamento europeo e quindi l’origine della carta in Europa risale al 1056 nella città di Xàtiva, a poco più di 80 km da Valencia. Successivamente, in Spagna furono installate le prime cartiere e pian piano arrivarono in altri centri europei, come successe a Fabriano, Amalfi e Treviso nel corso del 1200.

In particolare, Fabriano occupa un posto di rilevanza in questa evoluzione perché fu la cartiera che avviò numerose migliorie grazie alle quali la carta italiana si impose in Europa fino a metà del XIV secolo quando nuove cartiere nacquero in Francia e successivamente in Germania. Fino ad allora, infatti, la carta, prodotta solo con stracci, non era l’unico supporto per la scrittura perché coesisteva con la pergamena. L’avvento della stampa a caratteri mobili per opera di Gutenberg, a metà del 1400, stimolò la produzione della carta così che prese il sopravvento diventando il principale strumento del sapere.

Storia della carta: le prime macchine

Nel XVII secolo in Olanda nacque il “cilindro olandese”, una macchina in grado di sfilacciare e raffinare allo stesso tempo le fibre, e grazie alla quale nacque una carta meno resistente ma più bianca e omogenea.
La data del 1798 segna un importante avvenimento: il deposito del brevetto di una macchina per fare una carta lunghissima ad opera del Louis-Nicolas Robert, acquistato poi da Didot Saint-Léger, proprietario della cartiera di Essonnes. Il brevetto fu perfezionato più volte fino al 1803, data che segna la nascita della macchina che avviò la produzione industriale della carta.

I costi di produzioni così diminuirono ma la penuria di stracci impose la ricerca di nuove materie prime. Questa situazione divenne ancora più critica con la nascita della macchina a vapore che raddoppiò la produzione, si provò ad esempio a utilizzare l'ortica, la felce, il luppolo e il mais, ma nessuna di queste materie fu in grado di equiparare i costi e la qualità degli stracci.
Solo nel 1844, in Sassonia, Friedrich Gottlob Keller, un tessitore di Hainichen, brevettò una pasta preparata dal legno, innovazione che permise la diffusione di massa della carta e il conseguente crollo del prezzo trasformandola in un prodotto di largo consumo e ciò permise nel tempo di diversificarne gli utilizzi. La carta non solo fu il supporto per scrivere ma anche un supporto per l’imballaggio o per uso igieni come successe con la carta igienica in rotoli.

Storia della carta: dalla cartiera di Fabriano al BookCityMilano

È importante ricordare che la produzione di massa e l’utilizzo sempre più comune di questo supporto, permise una maggiore diffusione di giornali, libri e quaderni che divennero così strumenti più economici e popolari. Questa rivoluzione, strettamente collegata alla storia della penna e alla diffusione di diversi tipi di matita, ebbe come conseguenza anche la possibilità di utilizzare la carta come supporto di scrittura così i rapporti epistolari e la stesura di documenti personali divennero attività comuni e fondamentali per la divulgazione della cultura e della scienza

Un importante nome per la storia della carta nel nostro Paese è quello di Pietro Miliani, che nel XIX secolo fondò un’impresa che porta ancora il suo nome, oggi conosciuta come Cartiere Miliani Fabriano. L’azienda è stata acquisita dal Gruppo Fedrigoni S.p.A. nel 2002 e dal 2017 appartiene, a sua volta, al fondo americano Bain Capital.

Anche se più volte si è parlato di crisi della carta, oggi il suo utilizzo è ancora rilevante anche tra i giovani della GenZ. Durante un incontro tenutosi presso la Fondazione Corriere della Sera in occasione del BookCityMilano2023, dal titolo “Lettura su carta e scrittura a mano. L’azione politica e sociale per la loro valorizzazione”, un allievo del Liceo Classico Francesco Vivona di Roma, sostiene: “Uso la carta, mi concentro meglio, il rapporto con il supporto fisico migliora anche i rapporti umani. Se rovino un libro vuol dire che mi è piaciuto. A volte non posso fare a meno del computer, ma è la carta il punto per il quale devono passare tutte le mie idee” [1].

Inoltre, secondo uno studio condotto dal Politecnico di Milano, anche a livello ambientale realizzare un e-book ha un costo superiore del 150% rispetto al libro cartaceo mentre un testo scolastico composto da 400 pagine rilascia un’impronta carbonica di circa 2 kg, un impatto uguale a quello dell’utilizzo dello smartphone per 2 ore al giorno per una settimana[2]. Questi aspetti evidenziano che la carta continua tuttora a occupare un posto di rilievo e che i giovani sono in grado di far coesistere il digitale con il cartaceo sfruttando a loro favore i benefici di entrambi.

La Generazione Z può essere considerata la generazione ponte tra il vecchio e consolidato mondo e le innovazioni tecnologiche: è vero che ChatGPT scrive per noi ma quanto è bello prendere una penna in mano e scrivere un biglietto d'auguri per chi amiamo?

Che cos’è la carta

Ma che cos’è la carta? La domanda sembra banale perché tutti conosciamo questo supporto insostituibile ma il più delle volte non sappiamo distinguerne usi e caratteristiche così da pensare che la carta sia tutta uguale e che una tipologia valga l’altra. La carta in realtà è indispensabile e insostituibile proprio per la sua versatilità che dipende da: composizione, caratteristiche estetiche, modalità di lavorazione e finitura. Da questi elementi dipendono l’impiego del materiale, la materia prima con cui viene prodotta e le caratteristiche della carta.

La storia della carta di Lyreco


Sapevi che c’è un legame tra Lyreco e la carta? La storia di Lyreco nasce nel 1926 quando Georges-Gaston Gaspard aprì a Valenciennes, una città della Francia al confine con il Belgio, la libreria "Gaspard". Sin da subito, questa attività non fu solo una libreria ma offrì servizi di stampa, realizzando una propria selezione di prodotti cartacei.
Nel 1936, esattamente 10 anni dopo la nascita della libreria, Gaspard fornì ai suoi clienti il servizio di consegna diretto dal suo primo magazzino e dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'azienda diventò uno dei primi fornitori B2B di prodotti e servizi per il mondo dell'ufficio.
Questo spirito imprenditoriale e pioneristico lo spinse a non fermarsi ai confini francesi e nel 1989 Georges Gaspard acquisì Vermeire in Belgio, dando il via all'espansione internazionale. Nel 2001, la società Gaspard è diventata Lyreco.


[1] https://federazionecartagrafica.it/penna-carta-e-libri-per-la-genz-digitale-si-ma-con-giudizio-lincontro-della-federazione-a-bookcitymilano2023/

[2] https://www.aware.polimi.it/?p=2688