Materiale per le etichette: una guida per saperne di più
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Redazione Magazine LyrecoLe etichette sono uno strumento fondamentale in diversi ambienti: uffici, logistica, produzione, laboratori e attività commerciali in quanto rispondono alla necessità di mantenere in ordine, classificare e tracciare le diverse attività. Tuttavia, per rendere realmente efficace questi strumenti è opportuno scegliere le etichette più adatte in base alla funzione che devono svolgere, alle sollecitazioni alle quali sono sottoposte e al luogo in cui possono essere conservate.
Materiali per etichette: come scegliere
Uno dei primi elementi da considerare quando le aziende devono scegliere quale tipo di etichetta acquistare, oltre alla resistenza e alla relativa applicazione, è il materiale da cui sono composte. Da questo punto di vista è possibile dividere i materiali per etichette in diverse macro-famiglie, ciascuna delle quali ha delle peculiarità proprie che le rendono perfette per un preciso settore.
Etichette di carta
Le etichette di carta sono un valido alleato quando si ha la necessità di porre un’etichetta e si distinguono in:
- Etichette in carta termica: si tratta di una carta chimica che si annerisce con il calore della testina della macchina non serve inchiostro, disponibili due categorie: carta economica (detta eco o non protetta) è una carta economica che ha una resa nel tempo limitata, circoscritta a un paio di mesi di attività.
Di conseguenza questo tipo di etichetta può essere scelta quando il prodotto può essere utilizzato per poco tempo, molto utilizzata nei settori della logistica, dei trasporti e del food. In alternativa si può scegliere la carta termica protetta quando si desidera un supporto resistente ai raggi UV, forte e che difficilmente ingiallisce anche a distanza di 2 anni dall’applicazione. È quindi ideale quando si ha la necessità di un’etichetta che duri per molto tempo.
- Etichetta di carta semplice: la carta Vellum opaca è l’etichetta di carta più semplice a trasferimento termico più comune; ha un rapporto qualità prezzo quasi imbattibile. In alternativa, se si desidera acquistare un’etichetta con una finitura lucida, la carta patinata costituisce una valida soluzione che viene adottata, usualmente dalle aziende attive nel food, logistica, casalinghi, ma anche tra le imprese del settore della farmaceutica, della chimica, nonché le viterie e le minuterie.
Etichette in materiali plastici
Le etichette in materiali plastici hanno caratteristiche molto diverse da quelle di carta. Per scegliere il prodotto più adatto è opportuno ricordare che le etichette plastificate sono disponibili in differenti materiali, tra cui:
- Etichette in poliestere (PET): ottima resistenza anche a temperature estreme (-40°C e + 150°C), sono più costose delle altre. Hanno un’ottima tenuta ad agenti atmosferici, strappi e tagli, agli acidi idrocarburi, e all'abrasione. Disponibile in diverse versioni, bianco opaco, bianco lucido, trasparente o argentato e idonee per vari settore di utilizzo: elettronico, elettrico, meccanico e automotive.
- Etichette in polipropilene (PP): meno costose e più utilizzate in tutti i settori, la prima scelta come materiale plastico se non si hanno esigenze particolari di resistenza al calore o applicazione in quanto non è resistente ai raggi UV (si sbriciolerebbe). Indicata per le applicazioni in ambienti interni. Disponibile in diverse finiture bianco lucido, opaco o trasparente.
- Etichette in polietilene (PE): il polietilene è un materiale morbido e che, di conseguenza, si adatta perfettamente alle superfici curve. Inoltre è riciclabile ed eco-friendly. Ha una buona resistenza all’esterno anche per molti mesi. Date le sue caratteristiche viene maggiormente utilizzato nel settore chimico, cosmetico, farmaceutico e florovivaistico.
Materiali speciali per la sicurezza
Un’altra categoria di materiale plastico per le etichette sono i prodotti vinilici che sono particolarmente indicati per applicazioni all'esterno che richiedono resistenza ad agenti atmosferici e raggi UV per lunghissimi periodi (anche fino a 10 anni).
Il polivinilcloruro (PVC) è un materiale morbido e malleabile che si adatta perfettamente alle superfici difficili, anche se non offre una buona resistenza allo strappo ed al taglio e la sua resistenza al calore è limitata (80°-100° circa). Inoltre, dal momento che si tratta di un materiale dalla scarsa sostenibilità ambientale, viene utilizzato molto poco.
Esistono inoltre delle etichette antimanomissione VOID, si possono realizzare in poliestere o in polietilene, quando si cerca di staccarle dalla superficie, rilasciano la scritta VOID sulla superficie stessa, impendendone il riposizionamento (se si cerca di rimuoverle si sbriciolano). E’ possibile averle anche senza la scritta VOID.
Come scegliere l’etichetta giusta
Una volta presentati tutti i materiali delle etichette è opportuno valutare altri elementi che consentono di scegliere in maniera consapevole ed efficace l’etichetta giusta. Tra gli aspetti da prendere in considerazione c’è il settore di utilizzo: infatti, in base all’ambito di attività della singola azienda, è possibile prendere decisioni differenti.
Le aziende devono valutare la resistenza alla temperatura e agli agenti esterni: da questo punto di vista le etichette in polietilene (PE), poliestere (PET) e PVC sono quelle più adatte a rispondere a queste necessità. Al tempo stesso è fondamentale considerare l’ambiente in cui saranno conservati i faldoni con le etichette o i materiali. Ad esempio, se si presuppone che possano essere ospitati in spazi umidi, poco ventilati e soggetti a muffa è opportuno preferire le soluzioni plastificate che garantiscono una maggiore resistenza a questo genere di problematiche.
Non bisogna dimenticare quanto sia importante scegliere la dimensione e la forma dell’etichetta, assicurandosi che questa sia adeguata al tipo di macchine che si utilizza per stamparla e alla superficie sul quale deve essere applicata.
Tipologie di etichettatrici
Importante inoltre è conoscere e saper distinguere le due tecnologie principali di stampa per etichette:
Stampa trasferimento termico
Utilizza anche un nastro di stampa, chiamato anche ribbon, viene utilizzata la stampa a trasferimento termico per stampare etichette resistenti e di lunga durata, in quanto resistono a in condizioni ambientali difficili come presenza di umidità, forti escursioni termiche, sfregamento, le etichette utilizzate sono in carta semplice «vellum» e materiali plastici. I ribbon sono, usualmente, di colore nero e possono essere acquistati in diverse larghezze e metrature; al di là delle differenze basate sulle dimensioni è opportuno ricordare che ne esistono di tre tipologie, in base al materiale che prevale:
- Ribbon a base cera: sono i più diffusi ed economici. Ideali per etichette in carta utilizzate in ambienti non esposti all’esterno e a sostanze chimiche.
- Ribbon a base cera resina: per stampa sia su carta che materiali sintetici, ha una buona resistenza allo sfregamento, alle sbavature e ad alcune sostanze chimiche.
- Ribbon a base resina: è il più resistente, costoso e performante di tutti i nastri stampa solo su materiali plastici. I ribbon a base resina si caratterizzano per un’estrema resistenza all’abrasione e agli agenti chimici, molto utilizzati nel settore automotive e chimico.
Stampa termica diretta
Richiede uso di etichette in carta termica, utilizzata la stampa a termico diretto per etichette di breve durata, spedizione, archiviazione ufficio o prodotti nel settore agro alimentare.
Per quanto riguarda quale etichettatrice scegliere, è opportuno valutare i volumi di stampa che si fanno giornalmente, il tipo di alimentazione del dispositivo (con o senza cavo) dal quale dipende l’autonomia, e la connettività: ethernet, wi-fi Bluetooth etc.
Infine, è opportuno ricordare quanto stabilito dall’art. 3, comma 3, lettera c) del decreto legislativo n. 116 del 2020 (che ha modificato il comma 5 dell’art. 219 del Codice dell’Ambiente) in tema di “Criteri informatori dell’attività di gestione dei rifiuti di imballaggio”.
La normativa impone che tutti gli imballaggi debbano essere opportunamente etichettati secondo le modalità previste dalle norme UNI con lo scopo di poter raccogliere, riutilizzare e recuperare il riciclaggio degli imballaggi, nonché informare in maniera adeguata e puntuale il consumatore sulla destinazione finale del packaging. Allo stesso tempo, su questo tema è opportuno ricordare anche che è obbligatoria l’identificazione del materiale di composizione dell’imballaggio secondo la Decisione 97/129/CE che facilita il consumatore nella fase di raccolta differenziata e smaltimento del prodotto.
In conclusione, appare evidente come scegliere l’etichetta adatta al proprio business consenta di rispettare quanto previsto dalla legge e - al tempo stesso - ottimizzare i processi produttivi.