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cuffie a conduzione ossea

Cuffie a conduzione ossea: magia e libertà

Contenuto a cura di

Redazione Magazine Lyreco
Insieme a te, per informarti e guidarti

Un insieme di professionisti che condividono la loro esperienza.

Se credevi di poter ascoltare i suoni unicamente attraverso le orecchie, hai vissuto fino ad oggi nella menzogna.

Hai mai sentito parlare di cuffie a conduzione ossea? Vorresti sapere perché quando parli la tua voce ti sembra profonda e attraente, ma appena la ascolti registrata non la sopporti? E cosa c’entra Beethoven? Ve ne parliamo qui.

Intanto, spieghiamo cosa sono le cuffie a conduzione ossea

Siamo solitamente abituati a pensare a due grandi categorie: le cuffie da mettere sulla testa e gli auricolari da inserire nelle orecchie.

Da qualche anno a questa parte, però, stanno prendendo piede in maniera prepotente gli auricolari a conduzione ossea, una terza tipologia di apparecchio che sfrutta una tecnologia differente. In sostanza, anziché inviare le vibrazioni (che vengono poi tradotte in suoni dal nostro cervello) tramite il canale uditivo, le cuffie a conduzione ossea trasmettono questi segnali attraverso le ossa del cranio.

Questo genere di cuffie va appoggiato nella congiunzione tra mascella e mandibola, leggermente sotto al padiglione auricolare. I suoni così si propagano direttamente verso gli ossicini nel canale uditivo medio, senza passare dal timpano. Raggiungono poi la parte più interna dell’orecchio (chiamata chiocciola), per essere trasformati in stimoli elettrici e inviati al cervello.

Come funzionano gli auricolari a conduzione ossea

Sembra una magia, ma la realtà è che le cuffie a conduzione ossea sfruttano semplicemente un sistema differente per arrivare alla parte dell’orecchio che ci permette di sentire i suoni.

Le ossa di mandibola e mascella sono sempre partecipi nella percezione dei suoni. Quando parliamo, la nostra voce viene percepita e trasmessa più dalle ossa del cranio che dal timpano. Queste ossa funzionano come una sorta di cassa armonica e, amplificando alcune tonalità, sono responsabili della differenza che percepiamo quando sentiamo la nostra voce registrata.

Nonostante si senta parlare solo recentemente degli auricolari a conduzione ossea, c’è stato un personaggio storico di spicco che ha sfruttato la conduzione ossea più di 200 anni fa: Ludwig van Beethoven. Come è noto, il compositore soffriva di una sordità quasi totale: alcune fonti raccontano di come, per riuscire a sentire le sue note, Beethoven utilizzasse un’asta di legno (o di metallo, secondo altre fonti) con un’estremità inserita nel pianoforte e l’altra tenuta stretta tra i denti. In questo modo le vibrazioni arrivavano al cervello senza passare dal timpano: una conduzione ossea ante litteram.

Le cuffie a conduzione ossea fanno male?

Porsi questa domanda è più che lecito. La risposta però è chiara: le cuffie a conduzione ossea non fanno male. L’unico fastidio a cui si può andare incontro è una lieve irritazione della pelle in caso di utilizzo estremamente prolungato. 

Il loro utilizzo è sempre più frequente tra runner e sportivi/e di ogni genere. Addirittura, in alcune competizioni d'élite sono l'unico modello di auricolari permesso per la loro sicurezza. La loro tecnologia infatti permette di non isolare totalmente l'orecchio, in modo da sentire i rumori esterni e non essere esposti al rischio di non sentire un veicolo in avvicinamento, ad esempio.

Ma i vantaggi non si fermano qui: avere un dispositivo che non affatica i timpani, che è leggerissimo e non isola completamente dall'esterno è sicuramente una tentazione per chiunque.

Non solo gli auricolari a conduzione ossea non sono dannosi, ma anzi:

  • non danneggiano i timpani
  • non ostruiscono il condotto uditivo
  • trasmettendo il suono direttamente alla coclea, possono essere una buona soluzione per le persone con problemi di udito o affette da acufene

Le migliori cuffie a conduzione ossea scelte da Lyreco

Shokz Openmove

  • Tecnologia a conduzione ossea di settima generazione: standard di impermeabilità più alto, riduzione del 50% delle perdite sonore
  • 6 ore di durata della batteria
  • 2 ore di tempo di ricarica
  • 29 grammi di peso
  • IP55: classificazione di protezione contro l'ingresso di getti di liquidi e l'ingresso di polvere.

Shokz Openrun

  • Tecnologia a conduzione ossea di ottava generazione
  • 8 ore di durata della batteria
  • 1,5 ore di tempo di ricarica
  • 26 grammi di peso
  • IP67: classificazione di protezione contro l'ingresso di potenti getti di liquido e contro l'ingresso di polvere.
  • Ricarica rapida

Shokz Openrun PRO

  • Tecnologia a conduzione ossea di nona generazione: bassi potenziati e una migliore qualità del suono
  • 10 ore di durata della batteria
  • 1 ora di tempo di ricarica
  • 29 grammi di peso
  • IP55: classificazione di protezione contro l'ingresso di getti di liquidi e l'ingresso di polvere
  • Ricarica rapida

Le domande più frequenti sulle cuffie a conduzione ossea:

Cosa sono le cuffie a conduzione ossea?

Sono cuffie che inviano i suoni al cervello attraverso le ossa del cranio anziché passare dal timpano.

Cosa vuol dire a conduzione ossea?

La conduzione ossea indica la trasmissione dei suoni attraverso le ossa del cranio, in particolare mandibola e mascella.

Come si usano le cuffie a conduzione ossea?

Le cuffie a conduzione ossea si appoggiano nella congiunzione tra mascella e mandibola, leggermente sotto al padiglione auricolare.

Come funzionano gli auricolari a conduzione ossea?

Le vibrazioni trasmesse dagli auricolari a conduzione ossea si propagano direttamente verso gli ossicini nel canale uditivo medio, senza passare dal timpano. Raggiungono poi la parte più interna dell’orecchio (chiamata chiocciola), per essere trasformati in stimoli elettrici e inviati al cervello.

Quali sono le migliori cuffie a conduzione ossea?

Quali cuffie fanno meno male?

Le cuffie a conduzione ossea non danneggiano i timpani, non ostruiscono il condotto uditivo e, trasmettendo il suono direttamente alla coclea, possono essere una buona soluzione per le persone con problemi di udito o affette da acufene.